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1000 gru e 1 desiderio, la tradizione giapponese senbazuru arriva al basecamp con il laboratorio di origami

30 Mar 2024Palermo0 commenti

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Intervista a Ellionora Danilova

Ciao Elli, ci racconti un pò come mai hai voluto proporre un’attività con gli origami al Base Camp?

È iniziato tutto quando ho deciso di partecipare al workshop di RAISE, un progetto del CESIE che da novembre a marzo mi ha dato l’opportunità di imparare come si organizza un laboratorio. Durante quegli incontri abbiamo individuato delle idee che avremmo voluto sviluppare e io ho deciso di proporre un laboratorio di origami.

Da cosa nasce la tua passione per questo tipo di arte?

Questa passione nasce per puro caso dal gioco Tsuki’s Odyssey in cui la mia attenzione è stata catturata dalla tendina di Senbazuru fatta da 1000 gru in origami, una tradizione giapponese per la celebrazione dell’estate che consiste nel realizzare durante l’anno 1000 gru per potere alla fine esaudire un desiderio. Così mi sono cimentata in quest’impresa e ho iniziato a realizzare anche io 1000 gru durante le ore della giornata, anche per rimanere sveglia durante le lezioni. Alla fine dell’anno mi sono resa conto di come questo lavoro costante mi abbia aiutato molto a distogliermi dall’uso del cellulare e a rimanere più attenta in classe.

Cosa significa condurre una sessione di laboratorio? Cosa hai imparato e cosa consiglieresti a chi vuole intraprendere l’organizzazione di un laboratorio?

La prima sessione di laboratorio che ho condotto mi è piaciuta molto, anche se nella parte finale ho sentito molto l’ansia e la paura di perdere l’interesse dei partecipanti. Non è stato facile riuscire a mediare tra i vari gruppi e al contempo seguire i singoli partecipanti nella realizzazione di ognuno dei passaggi degli origami.

Ho capito che condurre un laboratorio per me significa condivisione, comunicazione e gioco di squadra. Non bisogna fare un monologo ma serve tanta collaborazione e tanto coraggio di mettersi in gioco senza paura della pressione e dell’ansia che parlare di fronte agli altri in un ruolo di guida comporta.

Grazie al feedback che i partecipanti mi hanno dato alla fine del laboratorio ho compreso che per condurre un laboratorio è più importante catturare l’attenzione degli ascoltatori concentrandomi maggiormente sugli argomenti emotivi più coinvolgenti ed evitando il più possibile la parte teorica e tecnica.

Che tipo di interesse e partecipazione hai riscontrato in chi ha seguito il tuo corso?

Nella parte pratica in cui ognuno si è cimentato nella realizzazione degli origami c’è stata una partecipazione molto attiva. La parte teorica, quando ho spiegato le applicazioni degli origami nelle scienze, nell’architettura e nel design ha suscitato l’interesse più delle e dei docenti che degli altri partecipanti, proprio per questo motivo, il feedback finale mi ha dato la possibilità di comprendere meglio come strutturare in futuro un prossimo laboratorio.

Ti piacerebbe che il corso continuasse? Come ti piacerebbe strutturarlo?

Sì, mi piacerebbe continuare a insegnare altri tipi di origami. Per i nuovi arrivati mi piacerebbe riproporre il laboratorio sulle gru riducendo la parte teorica e dedicando più tempo alla parte pratica. Dedicherei una lezione a ogni singolo tipo di origami. Mi piacerebbe molto che questo laboratorio diventasse un appuntamento fisso per il futuro. Se riscontrerò interesse in questo tipo di arte continuerò a imparare nuove forme di origami per continuare a tramandarle.

Un aspetto importante su cui mi concentrerei è quello dell’utilità di un uso quotidiano di questo tipo di arte. Parlerei di più di come gli insegnanti possono usare nella quotidianità l’arte degli origami per migliorare le competenze psico-motorie dei bambini e degli adolescenti, infatti in Giappone viene insegnato già sin dall’asilo.

Insegnare agli altri ed essere una figura di riferimento in un’ottica collaborativa mi piace molto. Un’idea che è venuta fuori da questo laboratorio e che mi riempie di entusiasmo è la possibilità di dar vita a un laboratorio di creazione della carta a partire dagli scarti delle riviste e in un secondo momento, usare questi nuovi fogli riciclati per la realizzazione di nuovi origami.

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